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venerdì 23 maggio 2014

C’era un Ragazzo – Gianni Morandi





C’era un Ragazzo è un brano storico di Gianni Morandi pubblicato nel 1966, epoca in cui era uno tra i più famosi interpreti della musica leggera italiana, ma con un repertorio ancora spensierato e giovanile.  Gli anni in cui nasce la canzone sono gli stessi della guerra in Vietnam, argomento al quale si fa (nonostante i tentativi di censura) esplicitamente riferimento, e Morandi convinto da molti appartenenti al movimento beat, decide di dire la sua opinione su questo tragico avvenimento.
Il tutto venne completato con il contributo di Mauro Lusini e Franco Migliacci che scrissero il testo.
Questa canzone segnò un piccolo cambiamento nella sua carriera, essendo il primo brano impegnato del suo repertorio.
La casa discografica per paura che Morandi perdesse i suoi fan, abituati a un genere musicale molto diverso, decise di incidere nell’altro lato del disco una classica canzone d’amore, una cover del cantante americano Neil Diamond (Solitary Man) tradotta con il titolo “Se perdo anche te“. La seconda di queste canzoni però ebbè un successo editoriale maggiore rispetto alla prima, deludendo molti giovani che promossero l’iniziativa.

«In quel periodo io cantavo delle canzoni molto melodiche e tradizionali, come La fisarmonica, In ginocchio da te, Non son degno di Te, Se non avessi più te…Arrivò questo ragazzo da Siena, Mauro Lusini, con questo brano cantato in un inglese un po’ maccheronico.
Franco Migliacci, nel giro di dieci minuti, in maniera molto rilassata e sentita, scrisse questo testo. Eravamo in piena guerra del Vietnam e lui la scrisse così come gli venne, non cambiò, credo, nemmeno una parola. Poi me la fecero sentire… Io mi innamorai disperatamente della canzone e decisi, io per la prima volta, che volevo farla (fino ad allora era Franco che decideva). Lottai moltissimo e un po’ anche contro la discografia, che non voleva sentirmi cantare canzoni di protesta, e poi contro la censura della RAI, perché la canzone diceva “…adesso è morto nel Vietnam”. La canzone andò in onda un po’ di volte alla radio ma, per le esibizioni alla televisione, fummo costretti a sostituire il Vietnam con rattattatta.»
(Gianni Morandi intervistato da Vincenzo Mollica)

da http://www.0web.it

Il più grande spettacolo dopo il big bang





Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!

Ho preso la chitarra senza saper suonare
volevo dirtelo, adesso stai a sentire
non ti confondere prima di andartene
devi sapere che....

Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!

Altro che il luna park, altro che il cinema,
altro che internet, altro che l'opera,
altro che il Vaticano altro che Superman,
altro che chiacchiere....

Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!

Io e te...
che ci abbracciamo forte,
io e te, io e te...
che ci sbattiamo porte,
io e te, io e te...
che andiamo contro vento,
io e te, io e te...
che stiamo in movimento,
io e te, io e te...
che abbiamo fatto un sogno
che volavamo insieme,
che abbiamo fatto tutto
e tutto c'è da fare,
che siamo ancora in piedi
in mezzo a questa strada,
io e te, io e te, io e te!

Altro che musica, altro che il Colosseo,
altro che America, altro che l'exstasi,
altro che nevica, altro che Rolling Stones,
altro che football...
altro che Lady Gaga, altro che oceani,
altro che argento e oro, altro che il sabato,
altro che le astronavi, altro che la tv,
altro che chiacchiere....

Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!

che abbiamo fatto a pugni,
io e te, io e te...
fino a volersi bene,
io e te, io e te...
che andiamo alla deriva,
io e te, io e te...
nella corrente....io e te!
Che attraversiamo il fuoco
con un ghiacciolo in mano,
che siamo due puntini
ma visti da lontano,
che ci aspettiamo il meglio
come ogni primavera,
io e te, io e te, io e te!

Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!

Ho preso la chitarra senza saper suonare,
è bello vivere anche se si sta male,
volevo dirtelo perchè ce l'ho nel cuore,
son sicurissimo...amore!
                       segue -------->





martedì 6 maggio 2014

la Paganela



Voria veder … el Trentino
da 'na vista propri bela
No sta perder massa temp
e va su la Paganela
sula bela … Paganela
Va la su - va la su - va la su
va la su no perder temp.

Cossa èl 'sta Paganela?
Che no so cossa che l'è?

Ma no sat cossa che l'è?
Ma no sat cossa che l'è?

L'è la zima … la pù bela,
de pù bele no ghe n'è.
L'è la zima … la pù bela,
de pù bele no ghe n'è ...
no ghe n'è
no ghe n'è
no ghe n'è - no ghe n'è - no ghe n'è.

Tôte 'nsiema 'na putela
e 'na bozza na bozza de bon vin,
per goder per goder la Paganela
e la vista e la vista del Trentin
del Trentin.

Tôte 'nsiema 'na putela
e 'na bozza de bon vin,
per goder la Paganela
e la vista del Trentin
per goder la Paganela …
e la vista del Trentin.

Paganela, … Paganela,
o montagna tuta bela.

Paganela, … Paganela,
de pù bele no ghe n'è ...
no ghe n'è
no ghe n'è
no ghe n'è - no ghe n'è - no ghe n'è
Da là su se vede 'l zièl …
I torenti e le vedrete.
Va l'ociada, va 'l pensier
dal confin fin a le strete.

Da la bela Paganela
va l'ociada, va 'l pensier
a le strete del confin.

Da 'na banda trenta laghi
e d'Asiago l'Altipian
e d'Asiago l'Altipian
e d'Asiago l'Altipian

Da 'na banda trenta laghi
e d'Asiago l'Altipian
e da l'altra San Martino
e zò zò fin a Milan.
a Milan
a Milan
a Milan a Milan a Milan

Tôte 'nsiema 'na putela
e 'na bozza na bozza de bon vin,
per goder per goder la Paganella
e la vista e la vista del Trentin.
del Trentin.

Tôte 'nsiema 'na putela
e 'na bozza de bon vin,
per goder la Paganela
e la vista del Trentin
per goder la Paganela …
e la vista del Trentin.

Paganela, … Paganela,
o montagna tuta bela.

Paganela, … Paganela,
de pù bele no ghe n'è ...
no ghe n'è
no ghe n'è
no ghe n'è - no ghe n'è - no ghe n'è.







La Paganella, con il suo unico panorama della Val d'Adige che offre, ha ispirato pure un canto alpino intitolato appunto "La Paganella". Questo brano per sole voci maschili dalla tipica allegra sonorità della musica corale di montagna è molto conosciuto soprattutto nelle registrazioni del famoso Coro della SAT: la struttura musicale si impone fra le più complesse nel repertorio della musica di montagna, ed è accompagnata da un testo (in dialetto trentino) che accenna immancabilmente alla compagnia femminile e alla degustazione di vino, il tutto sulla sommità della Paganella elevata ormai a cima quasi sacra. Dal testo alcuni versi tradotti riportano la grandiosità della vista godibile dal versante est:
"La Paganella è la vista del Trentino... ...Da lassù si vede il cielo, i torrenti e le vedrette. Da una parte i Trenta Laghi, e d'Asiago l'altipiano; e dall'altra S. Martino e giù giù fino a Milano"... da wikipedia

Monte Canino




Il Monte Canin è una delle cime più belle e note del Friuli. Si affaccia sulle Prealpi Giulie, è visibile da Udine e da un ampio tratto di pianura friulana. Deve la sua notorietà anche alle vicende belliche della Grande Guerra, quando italiani e austriaci si combatterono sulle sue cime.
Di queste vicende racconta il canto degli Alpini Monte Canino.

« Non ti ricordi quel mese d'aprile
quel lungo treno che andava al confine
e trasportavano migliaia degli alpini
su su correte è l'ora di partir.
Dopo tre giorni di strada ferrata
ed altri due di lungo cammino
siamo arrivati sul monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar.
Non più coperte, lenzuola pulite
non più l'ebrezza dei dolci tuoi baci
solo si sentono gli uccelli rapaci
fra la tormenta e il rombo del cannon.
Se avete fame guardate lontano
se avete sete la tazza alla mano
se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà , »

venerdì 2 maggio 2014

Blowing In The Wind

Blowin' in the Wind - Bob Dylan

è una famosa canzone di contenuto pacifista scritta da Bob Dylan nel 1962 e pubblicata la prima volta l'anno successivo nell'album The Freewheelin' Bob Dylan.

Questo brano è da molti considerato il manifesto della generazione dei giovani statunitensi disillusi dalla politica portata avanti negli anni cinquanta e sessanta dal loro paese e sfociata dapprima nella guerra fredda e poi nella guerra del Vietnam.

Quando scrisse questo motivo (la cui melodia fu ispirata all'autore da un canto degli schiavi afroamericani: No More Auction Block), Dylan non era ancora quel paladino della controcultura che dopo pochi anni avrebbe rimesso in discussione – con la propria attività artistica di poeta e musicista – antichi pregiudizi e paure nuove; ma già allora – giovane cantastorie proveniente da un piccolo sobborgo minerario del Minnesota – era in grado di mostrarsi cosciente e padrone – in termini di comprensione del senso delle cose – dei nuovi pericoli derivanti dall'era atomica (i temi del fall out erano peraltro già stati illustrati con amara e sofferta poeticità dai cantori della Beat Generation, in primis Jack Kerouac ed Allen Ginsberg).
Tre semplici strofe sono in questo caso sufficienti al compositore-poeta per interrogarsi su tematiche sociali ed esistenziali. In particolare, al centro della sua visionaria poeticità sono il senso della condizione umana e l'incapacità dell'uomo di ripudiare in maniera definitiva e totale ogni tipo di guerra.
Nel ritornello – rivolto metaforicamente a un ipotetico amico, nel quale si potrebbe identificare l'intera umanità - viene data una risposta che lascia uno spiraglio all'ottimismo: una risposta che c'è, e a portarla basterà un soffio di vento.

Ascolta la base




Muzicons.com

Grease - summer nights

Summer Nights da Grease

La storia è ambientata negli Stati Uniti degli anni '50. Danny Zuko, il leader dei Thunderbirds, una banda di studenti della Rydell High School, incontra Sandy Olsson, una giovane ed ingenua ragazza australiana, e se ne innamora. Sandy alla fine delle vacanze deve però tornare in Australia, e i due sono costretti a dirsi addio, giurandosi amore eterno.
I programmi di Sandy però improvvisamente cambiano: si iscrive alla stessa scuola di Danny, la Ridel Scool, e lì conosce un gruppo di studentesse chiamate Pink Ladies, con cui fa amicizia. Sia Danny, sia Sandy, inconsapevoli del destino che incombe, rendono partecipi i rispettivi amici della loro storia, e Sandy viene derisa dalle compagne per la sua ingenuità.





Eccovi la base per esercitarvi ciao!!!!

venerdì 11 aprile 2014

Lola







Negli anni Venti, prima in America e poi in Europa, il Charleston fu il capostipite di un nuovo modo di ballare, che rappresentava una rivoluzione dei vecchi schemi e portava nelle sale da ballo una musica ancora considerata da molti "sconveniente" come il Jazz. Le movenze improvvisate sui ritmi che nascevano dalla tradizione musicale negra avevano dato origine anche al Fox-trot, ma fu il Charleston a codificare nuovi passi e a diffondersi rapidamente anche in Europa. Nato nell'ambiente degli scaricatori neri della Carolina del Sud, il Charleston prese nome dalla cittadina portuale che era il centro del commercio di tabacco, legno e gomma. In Italia arrivò verso la metà degli anni Venti, sull'onda dei film americani con Joan Crawford e dei successi francesi di Josephine Baker. Questa fu la canzone che lanciò il Charleston.

Lola mia, vien via con me,
c'è il fox-trot che fa per te
che hai la frenesia di ballar.

È un fox-trot rivoluzion
che si chiama Charleston.
L'avrai ben sentito nominar.

Lola, cosa impari a scuola?
Manco una parola,
sai di Charleston.

Lola, manda il cuore in gola
rompe qualche suola
ma quant'emozion!

Charleston,
Charleston,
che delizia, che passione!


Lola, sai non è una fola,
dopo la "Spagnola"
viene il Charleston.
Oh Lola, Lola, Lola,
impari a scuola
il Charleston.

Oh Lola, Lola....
Va a fare, va a fare,
va a fare, va a far....

Lola, Lola.....
Oh Lola
balla il Charlestom.

Charleston,
Charleston,
che delizia, che passione!

Lola, sai non è una fola,
dopo la "Spagnola"
viene il Charleston.

Lola, Lola,
Lola, Lola,
balla pure il Charleston!

da italiasempre

martedì 1 aprile 2014

Smoke on the water - Deep Purple



Brano del gruppo Deep Purple 

storia della canzone


Smoke on the Water racconta un episodio realmente accaduto a Montreux (Svizzera) nel 1971, quando verso la fine di un concerto di Frank Zappa and the Mothers of Invention uno spettatore sparò un razzo segnaletico che incendiò il Casinò (poi riaperto nel 1975).
Frank Zappa, chitarrista e "protagonista" del testo del pezzo

Il titolo Smoke on the Water (letteralmente fumo sull'acqua, accreditato al bassista Roger Glover, che narra di come ebbe l'idea quando si risvegliò dopo aver fatto un sogno qualche giorno dopo l'accaduto) si riferisce al fumo che si spandeva sopra il lago di Ginevra dal casinò in fiamme mentre i membri dei Deep Purple guardavano l'incendio dal loro hotel. Il nome "funky Claude" si riferisce a Claude Nobs, il direttore del Montreux Jazz Festival, che aiutò alcune persone a fuggire dall'incendio.

venerdì 21 febbraio 2014

Bizet: Habanera


Il 3 marzo 1875 all'Opéra-Comique di Parigi andò in scena Carmen: un'opera che rompeva la tradizione del genere e che dovette misurarsi con un pubblico alquanto impreparato. Infatti portava in scena un soggetto giudicato immorale, e una musica altrettanto controcorrente. La fredda reazione degli spettatori rappresentò una grande delusione per l'autore, quel Georges Bizet che in passato i più illustri musicisti francesi avevano apprezzato e lodato. L'insuccesso di quest'opera gli fu fatale, tanto da contribuire alla sua morte, avvenuta tre mesi esatti dopo la prima di Carmen.

Il soggetto era stato preso da una novella di Prosper Mérimée ed adattato per la scena dai librettisti Halévy e Meilhac. Era un'opera del genere comique, cioè con recitativi parlati alternati alle parti musicali. 


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La Habanera è una danza di origine cubana che si è diffusa nei secoli soprattutto in Spagna, molto simile al tango. È una danza popolare dal ritmo lento e non rigido. Usata nella musica d'arte a partire dall'Ottocento

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